8.12.12

I luoghi di-Vino_Parte 2

Seconda ed ultima rassegna delle pregevoli cantine sul territorio italiano e non, rimandando a primavera un bel percorso di degustazione!
Purtroppo è di questi giorni la notizia dell'atto vandalico inqualificabile compiuto ai danni della Tenuta Case Basse nella notte tra il 2-3 dicembre: dei vandali infatti sono entrati nella cantina ed hanno volutamente lasciato aperte alcune botti, mandando in fumo tutta la produzione di Brunello di Montalcino dal 2007 al 2012; il danno per la famiglia proprietaria è immensurabile! So che la nostra solidarietà per loro è alquanto inutile, tuttavia vorremmo esprimere tutto il dolore per anni di lavoro e passione sfregiati in questo modo. Dal comunicato stampa del proprietario Soldera apprendiamo con piacere lo spirito a guardare al futuro; nel frattempo una piccola conferma dell'ottimo prodotto e del buon lavoro svolto in tanti anni viene dall'America: sembra che un ristorante di lusso NewYorkese, appresa la notizia della perdita e preoccupato della mancanza di Brunello di Soldera nei propri tavoli, sia disposto a pagare fino 1300 Euro la bottiglia.
La serietà e la passione pagano sempre.
Cantina ColleMassari a Cinigiano (GR)
-Studio Archos-
Trattasi del nuovo centro di vinificazione ed invecchiamento della ditta Poggio la Comare, detta anche "ColleMassari".
La composizione è costruita su geometrie semplici, il quadrato ed il rettangolo, alternando pieni e vuoti; tuttavia quello che più colpisce è un utilizzo molto disinvolto del legno, come materiale strutturale ed anche come rivestimento. Questa d'altronde è la cifra stilistica dell'Architetto Milesi (noto anche per lo splendido progetto, ancora incompiuto, del Monastero di Siloe), profondo conoscitore del legno e soprattutto grande sostenitore del materiale al di là dei trattamenti a cui solitamente viene sottoposto: «Conoscerlo mi ha portato nel tempo, approfittando delle diverse tipologie fisiche, a evitare i trattamenti. Esistono impieghi appropriati per ogni tipo di legno, una corretta stagionatura ed ossidazione restano la vera garanzia per la sua durata».
La cantina ColleMassari è stata premiata nel 2011 come miglior progetto al Premio Internazionale Fassa Bortolo. L'ispirazione al disegno e alla divisione funzionale degli spazi nasce da un metodo di raccolta e trattamento delle uve, detto a caduta: 
«Un processo che, come prevedono le più avanzate teorie, trasforma le uve in vino mediante un procedimento "a caduta" per semplice gravità senza mai l'ausilio di pompe elettromeccaniche. Un percorso che, partendo dalla grande terrazza-tetto dove i trattori scaricano l'uva, scende per 13 mt fino alla barricaia interrata aprendosi via via al paesaggio naturale, scandendone le altimetrie mediante uscite in quota funzionali alla produzione, mostrando le coltivazioni e il paesaggio naturale in un continuo interagire con l'intero complesso».
Tutte le pareti esterne e le coperture sono ventilate. I frangisole sono in doghe di cedro rosso canadese.
Il complesso termina con un parallelepipedo quasi completamente pieno in cemento armato chiaro che accoglie gli uffici e lo spazio vendita.
La barricaia scavata nella roccia ha un pavimento sopraelevato -per contenere i collettori dell'acqua di drenaggio- rivestito in cotto, poichè questo materiale favorisce la quantità e qualità di umidità rilasciata dall'aria.
Cantina Carapace a Bevagna (PG)
-Studio Pedrotti-Arnaldo Pomodoro-
L'architettura come opera d'arte totale oppure no è un dibattito ancora acceso, ma che sicuramente non sta a noi dare un'interpretazione.
Di certo però la nuova cantina Carapace per la tenuta Castelbuono riapre la discussione, portando nella bella campagna umbra tra Bevagna e Montefalco uno strano oggetto in rame, che assolutamente non è integrato per sua stessa volontà ai pendii collinari che lo accolgono (più o meno volentieri verrebbe da dire).
Spiega l'artista-artefice Arnaldo Pomodoro: «Questa è una tartaruga», un guscio pieno, tranquillamente adagiato, imperituro nonostante forestiero.
Disegni del modello di A.Pomodoro tratti dalla rivista on-line The Plan

Fortemente voluta dall'imprenditore Gino Lunelli, il quale ha concesso all'artista qualsiasi libertà compositiva: dal bancone rosso per le degustazioni al lavandino tondeggiante celeste dei bagni. Un atteggiamento intellettuale che io trovo davvero molto onesto nei confronti dell'arte e della interpretazione della stessa!
Il progetto era stato presentato (prima della cantierizzazione) già alla Triennale di Milano.
Dice Pomodoro: «Per me è stata l'occasione di fare per una volta l'architetto. Si è trattato di un incarico che mi ha gratificato immensamente e di un progetto difficile che doveva conciliare l'idea di fare una struttura con un forte impatto visivo e le esigenze funzionali di una cantina di vinificazione, un luogo "organico". Inoltre il paesaggio, che mi ricordava il Montefeltro dove ho passato la mia infanzia, era meraviglioso e non volevo disturbare troppo quella dolcezza con le mie visioni. Per questo ho scelto la forma del carapace e all'interno ho conficcato nel terreno un enorme scultura che svetta. Volevo una cantina integrata, ma che non avesse la sempre fallace ambizione di mimetizzarsi»Il nucleo funzionale dello spazio è tutto al centro: al piano terreno il luogo dell'accoglienza, con l'abbraccio offerto dal bancone rosso, al piano interrato la barricaia alla quale si accede tramite la scala a spirale in cemento armato.


Planimetrie e sezioni tratti dalla rivista on-line The Plan
Ai lati le aperture come feritoie ricavate scavando la profonda materia del guscio consentono uno sguardo a 360° sulla campagna circostante.
Faustino Winery a Ribera del Duero (Burgos, Spagna)
-Foster and Partners-
Un altro grande progetto per Ribera del Duero, dopo il Centro di promozione della D.O.C. di EBV Studio, di cui abbiamo parlato qui, a conferma di quanto attiva e produttiva sia questa regione spagnola.
Questa volta si tratta a tutti gli effetti di una archistar, Sir Norman Foster, e della sua Faustino Winery. Progetto austero ed imponente, la forma a trifoglio rimanda ad immagini dell'architettura marziale americana, tranquillizzante tuttavia nei colori ripresi dalle gradazioni della terra di Ribera grazie al rivestimento in piastrelle di cortèn.
I tre bracci sono a ben vedere funzionali e gerarchici rispetto lo schema delle lavorazioni del prodotto: la fermentazione nei tini di acciaio, l'invecchiamento nelle botti di rovere ed infine l'invecchiamento nelle bottiglie. Le rampe di risalita alla terrazza dell'edificio sono state progettate al fine di trasportare l'uva con i camion nell'apposito contenitore, incipit del processo di trasformazione a gravità, già visto per la cantina ColleMassari.
Mentre la fermentazione avviene nelle ali dell'edificio consentendo il rilascio di anidride carbonica, le bottiglie sono nello spazio ipogeo, a ribadire la composizione architettonica e produttiva a caduta.

Al centro della cantina il visitatore passa attraverso una galleria sopraelevata, potendo entrare ed osservare direttamente il luogo della produzione.
La profonda sporgenza della copertura su tutti i lati dell'edificio, oltre ad essere una scelta architettonica, risponde ad una vera esigenza climatica: contribuisce a proteggere l'interno dai forti sbalzi di temperatura climatici tipici di Ribera del Duero, caratterizzata proprio da inverni molto freddi ed estati molto calde.
Dice Foster della sua cantina:
«Bodegas Portia è la nostra prima cantina, quindi non abbiamo avuto preconcetti su come avrebbe dovuto essere realizzata. E' stata l'occasione per iniziare dai concetti basilari -ad esempio esaminare le varie fasi della produzione del vino e cercare di creare le condizioni ideali per il loro sviluppo. Il vino è stato il punto di partenza, così come la splendida cornice di Ribera. L'utilizzo di materiali che attingono a tradizioni enologiche della regione, con spazi pubblici aperti al paesaggio, migliorerà l'esperienza del visitatore».
(Marta)

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